martedì 10 giugno 2014

Speciale "Gray" di Francesco Falconi



Parigi, 7 Febbraio 1910

"-Ci siamo. Il capolavoro è finito!-
Dorian alza gli occhi al cielo. Si avvicina incuriosito ma per nulla fiducioso.
Conosce Henry da quando aveva cinque anni,
sa bene che il suo tutore tende a enfatizzare qualsiasi giudizio.
Ma stavolta rimane estasiato. Sgrana gli occhi e trattiene il respiro.
Ciò che vede dipinto sulla tela è qualcosa di meravigliosamente bello.
Purezza e seduzione.Luce e giovinezza.
I lineamenti del volto sono perfetti,
ogni difetto è scomparso con un accurato dosaggio dei colori e dei chiaroscuri.
Gli occhi sono celesti come il ghiaccio, l'espressione magnetica e sensuale.(...)
Afferra la tela e si allontana verso una strada laterale.(...)
-Abbiamo venti minuti liberi e mi porti in un cimitero?- domanda sbigottito.
-Père-Lachaise è uno dei monumenti  più affascinanti di Parigi, Dorian.(...)
Si addentrano lungo i sentieri del cimitero, e ora anche Dorian ne è affascinato.
-Morire non è nulla, non vivere è spaventoso- sussurra soprappensiero.
-Una citazione di Victor Hugo.
Quindi ti stai interessando di letteratura, ultimamente?-
-Mi dilettto, talvolta. E Hugo aveva ragione.
 L'immortalità è l'unica cosa che pò sconfiggere  la morte.
Mi chiedo allora, come si può raggiungere se non tramite l'esaltazione del presente?-
-Più che il presente, Dorian, quale futuro ti immagini?- gli domanda Henry.
-Un futuro dove posso fare ciò che più mi piace- risponde l'altro, caustico.
 -Mi diletterò nella pittura, nella musica e nella poesia.-(...)
-Bada bene, l'arte non è sinonimo di denaro. L'arte dona colore a una vita grigia.-
Henry porge il quadro a Dorian.
 Lui dispiega il panno che lo ricopre e ammira la bellezza dell'opera.(...)
-Sei un bellissimo ragazzo. E lo sai bene. Ma cosa vuoi davvero, Dorian?
Cosa desideri più di tutto?-
-Devo proprio scegliere?-
-La vita è una scelta. E' il libero arbitrio.-(...)
-Voglio divertirmi, conoscere il mondo. Assaporare ogni sfumatura del piacere.
Voglio godere della mia giovinezza senza perderne neppure un secondo.-
-Io ti invidio, perchè possiedi le uniche due cose per le quali abbia senso vivere...-
-Bellezza e giovinezza- conclude Dorian.
-Eppure, come la rosa più profumata, anche la bellezza è destinta a sfiorire.(...)
Questo quadro che adesso è motivo di orgoglio un giorno diverrà una condanna,
perchè ti ricorderà quel passato che non potrai più avere.-(...)
Dorian si ferma, incupito. (...) Contempla il quadro con il cuore stretto in un pugno.
-Se solo potessi rimanere così in eterno- sussurra.(...)
Una voce, d'improvviso, fa eco a quella di Henry.
Vorresti veramente rimanere bello e giovane in eterno, 
condannando il tuo ritratto alla vecchiaia?
-Lo vorrei, sì- sussurra Dorian.
Fin dove ti spingeresti? Tutto ha un prezzo.
-Qualsiasi prezzo.-
Venderesti l'anima al diavolo?
-Sì, venderei anche la mia anima.-"




"Fin dove ti spingeresti, Layla?
Una voce cupa. Parole scandite come il rintocco di una campana.
Saresti disposta a rinunciare a tutto?
La voce diventa lontana. Svanisce nella musica.
Adesso risvegliati.
Laya apre gli occhi, davanti a lei c'è l'iPod acceso.
Ha la vista annebbiata, non riesce a leggere cosa c'è scritto sul display.(...)
Una fitta alla schiena. Il braccio informicolito.
La luce del monitor, accecante.
5 Marzo, 03:42
E' notte fonda. Neppure rammenta di essersi addormentata.
I ricordi sono ancora connfusi, come se si fosse svegliata da un lungo sonno.(...)
Raccoglie l'iPad da  terra e tocca per sbaglio il tasto home.
Il display si accende e compare un'immagine.
Ritraeiil mezzobusto di un ragazzo che dimostra all'incirca la sua età, ven'anni.(...)
Gli occhi celesti e splendenti come gemme preziose.
Il viso è incorniciato da una cascata di riccioli biondo cenere,
che arrivano fino alle spalle.
Layla disegna quel soggetto da tempo.
Compare in ogni suo ritratto.(...)
Ha sognato il suo Charming Prince per  la prima volta
durante il secondo anno del Liceo Artistico.(...)
Un'ossessione morbosa, un amore immaginario, 
 la raffigurazione del ragazzo ideale che solo lei può bramare, guardare, possedere.
Tra le scapole c'è un tatuaggio, sembra una macchia scura.
Non ricorda di averlo disegnato, non ha idea  di cosa significhi.
Assomiglia a una lettera, una D.(...)
Fin dove ti spingeresti, Layla?
Una voce cupa e lontana.(...)
Layla si guarda attorno, confusa.(...) L'ansia le stringe la gola.(...)
Saresti disposta a rinunciare a tutto?
Layla si alza di scatto.
 Ha bisogno di calmarsi, una doccia calda è ciò che le occorre.
Così va in bagno, si sveste ed entra nella cabina.(...)
Sono solo le sue paure a giocarle brutti scherzi.(...)
Esce dalla doccia.(...) Alza gli occhi.(...)
Adesso nello specchio c'è un mostro.
Una ragazza dal corpo deforme.
Il seno cadente, la pancia gonfia. Il viso una composizione ripugnante.(...)
A Layla manca il respiro.(...)
E' tornata.
L'Anima Nera la spia dallo specchio, la schernisce con l'orrore che è il suo corpo."




Layla si rende conto che purtroppo i suoi attacchi di panico sono peggiorati e si stanno facendo più frequenti. Ormai questo stato di malessere e di ripugnanza verso se stessa e il suo corpo, fa parte di lei. 
Ho la dismorfofobia. Sono malata, continua a ripetere a suo fratello, che è l'unica persona a cui confessa i suoi tormenti, le sue paure. Lui le è sempre accanto, ormai non è più una bambina, eppure  la segue come un'ombra, a volte in maniera quasi ossessiva, soffocante, ma Layla sa che Giacomo non le volterà mai le spalle a differenza del padre che li ha lasciati diversi anni prima.

E se proprio nel momento peggiore, 
il suo Charming Prince prendesse vita di fronte ai suoi occhi
 e arrivasse a sconvolgere ciò che resta del suo fragile equilibrio? 
Per Layla potrebbe rappresentare l'aria 
che le impedisce di annegare in un abisso sempre più profondo, 
oppure la mano che invece di salvarla, la spinge sempre più giù, 
togliendole ogni speranza di rivedere la luce?

Un secolo divide Dorian da Layla, ma entrambi lottano contro il loro demone interiore che li ha condannati a un'esistenza tormentata, ossessionati dalla loro immagine esteriore: Dorian che desidera con tutto se stesso mantenere la bellezza e la giovinezza dei vent'anni e che crede possano essere la chiave della sua felicità e Layla che guardando se stessa riflessa allo specchio non vede altro che un'immagine distorta e mostruosa della ragazza che è... Ma oltre a questo, un filo sottile li lega l'uno all'altra come se le loro anime fossero destinate a incontrarsi a dispetto del tempo.
 
Possono rinunciare a tutto per ottenere ciò che desiderano? 
E fino a dove sono disposti a spingersi per ottenerlo?
 Si sa, ogni cosa ha un prezzo 
e spesso il conto da pagare può essere molto alto, forse troppo...




 Il mio commento

"Gray" di Francesco Falconi, è ovviamente ispirato al famosissimo "Ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wild, che noi tutti conosciamo, anche se tra le due opere l'unico punto comune rimane il personaggio principale da cui prende vita il romanzo e il fulcro dell'intera trama, ovvero la paura della morte legata all'ossessione dello sfiorire della bellezza e della giovinezza, che per il protagonista sono fonte di un tormento così profondo da spingerlo a stringere -inconsapevolmente- un vero e proprio patto con il diavolo. Questa presenza demoniaca - definita come un'Anima Nera- è presente in tutta la storia esattamente come un'ombra che da vicino segue ogni passo di Dorian e Layla, rimanendo tuttavia una figura eterea, impalpabile, anche se terribilmente presente.
Definire "Gray" un fantasy è riduttivo, perchè la storia racchiude in sè significati attuali profondi, che rispecchiano una società -la nostra- ossessionata dal bisogno di apparire e di  essere accettati non tanto per quello che siamo realmente, ma per la nostra immagine esteriore che deve appagare ogni aspettativa.
Una storia che sa far riflettere e che dona, nonostante tutto, un messaggio positivo che va al di là delle apparenze e mette in discussione il potere dell'amore l'importanza dei sentimenti. 

Ma per saperne di più, perchè non chiedere direttamente all'autore?

 Quattro chiacchere con Francesco Falconi

Buongiorno Francesco! Bentornato al Gloria's Literary Cafè. E' sempre un piacere per me averti qui con noi.
-Il piacere è mio! Sono sempre felice di poter intervenire nel tuo blog e nella tua pagina facebook

Credo che tutti gli amici del blog ormai ti conoscano come scrittore, ma per chi ancora non avesse avuto il piacere di leggere i tuoi romanzi, diamo loro un assaggio di ciò che si sono persi e che possono ancora leggere di tuo... Vuoi parlarci delle tue 'creature'?
-Dunque, ho iniziato a scrivere quando avevo 14 anni, perché da sempre sono stato un appassionato di fantastico. La mia prima opera, prima e unica trilogia, è stata Estasia, una serie per ragazzi. Sono passati quasi 10 anni e 15 libri, per cui sono cambiato molto come autore e adesso mi rivolgo per lo più a storie di genere surreale/realistico per un target di young/new adults. Ho scritto anche un romanzo di fantascienza, Gothica, e la biografia di Madonna.

Ovviamente nel corso degli anni sei cresciuto non solo come uomo, ma anche e soprattutto come scrittore, anche se rimani comunque un amante del genere fantasy. Cos'è cambiato?
-Difficile dire cosa sia cambiato, credo che la scrittura abbia seguito di pari passo la mia maturazione come persona, rifletta le esperienze e gli stati d’animo di questi ultimi anni. D’altro canto, per indole, mi piace affrontare sfide sempre più ambiziose. Una volta pubblicato un libro, capisco quali sono stati i difetti e le mancanze, cerco di superarli nei romanzi successivi.
Senza dubbio ultimamente preferisco una sfumatura più realistica, per questo ambiento le storie al mondo d’oggi con ambientazione di città che conosco bene. Costruire mondi nuovi implica l’obbligo di definire molti parametri e comunicarli al lettore (geografia, fisica, politica, religione, razze ecc…) mentre io preferisco concentrarmi sulla trama e sulla psicologia dei personaggi. Una linea che seguirò anche in futuro, senza dubbio.

Parlaci del tuo ultimo libro “Gray”.
-Gray, come mood e approfondimento di personaggi, ha un legame profondo con il precedente Muses. E anche come stile, se vogliamo. Tuttavia in questo romanzo mi interessava più approfondire l’Anima Nera di Dorian e Layla, per cui ho deciso di limitare gli “intrighi di trama”, passatemi il termine, ai quali mi ero invece dedicato con Muses. Ho tentato una via diversa, ma non è un cambiamento. Solo una sperimentazione. Resto un folle adoratore delle trame complicate e dei colpi di scena.

Com'è nata l'idea di reinterpretare questo classico? E per spiegare meglio ai lettori, quali sono i punti in comune e quelli nettamente opposti tra il tuo Gray e quello di Oscar Wilde?
-In realtà in Gray tratto dei temi (bellezza, estetica, paura della morte e dell’invecchiamento) che ho già affrontato in passato, da un concept più per ragazzi come in Estasia a uno più complesso come in Muses. Ho scelto di approfondire questo tema, e da qui è nata l’idea di riferirmi al classico di Wilde. Oscar Wilde, del resto, ha reinventato l’idea del patto con il diavolo, già presente nel Faust di Goethe e nella Bibbia. Tuttavia non volevo scrivere un sequel, tantomeno intaccare la sacralità di un classico che adoro. Molti sono i riferimenti al Dorian di Wilde, così come il gioco sottile di citazioni, nomi dei personaggi, alcune caratteristiche. La storia, tuttavia, è completamente nuova e non vi sono riferimenti a quella di Wilde. Quest’ultimo affronta il tema dell’estetica nell’epoca del decadentismo di fine ottocento, con una visione piuttosto pessimistica che non lascia margine di speranza. La mia visione di estetica è ovviamente contemporanea, venata di altre problematiche che ci circondano, con contingenze diverse e scevra da ogni possibile censura.

Progetti per il futuro? Stai già lavorando a un nuovo romanzo?
-Sto ragionando su nuove idee, per adesso le lascio decantare, poi vedremo cosa ne uscirà. Per adesso è troppo presto per parlarne.

Grazie Francesco per essere stato con noi. Spero di rivederti presto. Un abbraccio!
-Grazie a tutti i lettori!

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