mercoledì 22 gennaio 2014

Recensione: "Pietra è il mio nome" di Lorenzo Beccati




 Genova, 2 Marzo 1601,
venerdì di Carnevale


"Come da occhi di demoni,
 le fiamme escono dalle due finestre più in alto
 del palazzo dei conti de Negri in vico Lepre.
Vorticando, colonne di fumo raggiungono il tetto
e salgono nel cielo di una notte senza nuvole."

Mentre Genova si lascia travolgere dall'euforia del Carnevale, ubriaca di musica e di vino, solo Pietra sembra accorgersi della tragedia che si sta consumando a Villa de Negri. Quando il padrone di casa, il conte Luigi si rende conto del fumo e delle fiamme che stanno avvolgendo la villa, da l'allarme e gli inviatati alla festa riescono ad abbandonare l'edificio poco prima che un tremendo boato scuota violentemente il palazzo, riversando sulla folla curiosa, un' improvvisa pioggia di vetro. L'unica persona che osserva impassibile la scena è lei, Pietra. Uomini e donne travestiti da cavalieri e dame di corte, le passano accanto impauriti, ma sembrano non notare la giovane donna vestita di nero dagli occhi chiari e tristi, tutti tranne la contessa, che trascinata in strada dal marito si guarda in giro sconvolta cercando aiuto.

"-Tu... io ti conosco. 
Sei la Tunisina.
Ti chiami Pietra.-
-Non mi chiamo Pietra, ma Petra, io...-
-Trova mio figlio.
E' ancora dentro.
Tu hai il potere: usalo!
Non lasciare che bruci.-
(...)-Quanti anni ha il bambino?-
-Otto.-
(...)-Farò ciò che è nelle mie facoltà.
Comunque voi cominciate a piangerlo.-"

Entrata a palazzo, grazie all'intuito più che ai suoi presunti poteri, la giovane trova il figlio del conte e riesce a portarlo in salvo, ma come sempre, per lei nessuna buona parola, nessun ringraziamento; ormai è abituata a essere trattata con indifferenza e disprezzo. Pietra preferisce essere un'ombra, un fantasma che passa senza essere visto, ma il suo è uno sforzo inutile, poichè tutti sanno chi è, o meglio, credono che lo sia: una rabdomante, una donna da temere.




Rabdomante:
chi esercita l’arte divinatoria servendosi di una verga magica; 
in particolare, 
persona che avrebbe la capacità di scoprire vene sotterranee di acqua o metalli, 
cose e persone, per mezzo delle indicazioni fornite da una sottile bacchetta biforcuta.


E' passata da poco la mezzanotte, ma tra le strade di Genova, il Carnevale ha intenzione di mietere altre vittime, la sua sete di morte non è stata ancora placata. Quando la giovane serva sente uno strano scalpiccio alle sue spalle, la donna si riscuote dal torpore della baldoria e avverte il pericolo, mentre voltandosi si trova di fronte un uomo con un lungo mantello da cocchiere.


"-Chi siete?
Vi conosco, signore?-
(...) Dopo un sibilo, la ragazza vede i polsi dello sconosciuto allungarsi,
 finchè i pugni serrati non sfiorano il suolo.
(...) Di colpo, l'uomo fa scattare un lungo braccio verso di lei.
La poveretta è colpita da un pugno che le sfonda una tempia,
come il rumore di una pera bacata che cade a terra.
(...)Prima di colpirla ancora, l'assassino le sussurra un nome.
Solo un nome.
La ragazza è stupefatta.
(...) Poi un altro schiocco e il buio eterno.
(...) Per terminare l'opera, 
l'uomo vestito da cocchiere posa una forcella da rabdomante
 tra le mani rattrappite della giovane, come se fosse un fiore per l'estremo saluto.
Poi serra il mantello di tessuto ruvido al petto e se ne va, 
silente come una lucertola sul muro."




Il mattino seguente, la città è scossa dal ritrovamento del corpo massacrato della donna e si domanda chi sia l'assassino, ma è innegabile che tutti, soprattutto Giacomo Basso, il capo delle guardie di ogni sestiere, abbia il sospetto che sia coinvolta una donna, non una giovane qualunque, ma quella donna che lui tanto odia.

"-Apri, in nome della Repubblica e mio.-
Asciugandosi in fretta il volto e le mani,
Pietra va alla porta e la apre.
(...) -Questa notte è stata barbaramente uccisa una donna pressapoco della tua età.
Trucidata come non si è mai visto.
Tra le mani del cadavere della poveretta è stata trovata questa.-
L'uomo le mostra una forcella da rabdomante e prosegue:
-Ti appartiene?-
-No.-
-Sicura? Oltre a te non ci sono rabdomanti in città.-
(...) -Questa bacchetta è stata ricavata da un ramo di cipresso 
e l'unto che esso secerne impedisce che funzioni a dovere.
 E' di certo opera di un profano
Forse per l'assassino ha un significato al di là dell'uso... -"

Senza volere, Pietra, lei così schiva e riservata, si ritrova al centro dell'attenzione di tutti, soprattutto delle forze dell'ordine che la indicano come prima sospettata della morte della giovane serva. Tuttavia, il misterioso cocchiere non ferma la sua ferocia omicida e comincia a mietere nuove vittime, sempre con lo stesso modus operandi che lo contraddistingue. Ogni elemento sta cominciando a prendere forma nella mente di Pietra, ma ancora non riesce a capirne il vero significato...

Cos'hanno in comune lei e l'omicida? 
Perchè ormai è chiaro quello che lui sta cercando di fare: 
vuole lasciarle un messaggio molto forte, ma quale?

Pietra deve darsi da fare per scagionare la sua persona considerata ormai un mostro e scoprire cosa l'assassino vuole veramente da lei... Questo è l'inizio di un viaggio, un viaggio fatto di ombre, di segreti e bugie, che portano verso due strade ben distinte: la vita o la morte.


Il commento di Michela

Pietra, o Petra, come la protagonista vorrebbe essere chiamata, è sicuramente un personaggio ricco di sfumature fatte per lo più di zone d'ombra. L'unica luce nella sua vita sembra essere la presenza della nonna, unica persona rimastale accanto. Una storia triste la sua, fatta di stenti e di amare bugie per sopravvivere, ma ciò nonostante il suo nome rispecchia la sua personalità: è una giovane donna dura come la pietra, che non si piega di fronte al dolore. Belle le descrizioni di questa Genova inizi 600' e il contrasto decadente di un Carnevale baldanzoso fatto di eccessi e divertimento che nasconde il lato tragico e sinistro di questa medaglia. Beccati riesce a catturare l'attenzione sin dall'inizio, seminando con maestria pezzi di un puzzle che il lettore riuscirà a mettere insieme, completando l'enigma, solo a fine romanzo. Una trama fitta e intrigante, in un crescendo di eventi che fanno di questo libro un vero "thriller d'altri tempi" da leggere tutto d'un fiato.

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