lunedì 17 ottobre 2011

Recensione "L'osservatore" di Franck Thilliez



"Vendo collezione di vecchi film, 16 e 35 millimetri, anche epoca del muto.
Corto e lungometraggi di tutti i generi cinematografici.

Oltre 800 bobine, di cui 500 genere spionaggio.

Mi riservo di valutare l'offerta al momento..."



Tutto ha inizio con questo annuncio pubblicato su Internet e che da subito suscita l'interesse di Ludovic Sénéchal, appassionato collezionista di vecchie bobine cinematografiche. Questo lo spinge a partire all'alba da Lille, per la città di Liegi.

"Per quale motivo si sbarazza di quei vecchi film?"

Ludovic rimane affascinato dall'enorme collezione dell'uomo, in particolar modo per i film di spionaggio, per cui il vecchio Szpilman -defunto padre del venditore- aveva una spiccata adorazione.
Dopo aver passato in rassegna gran parte delle bobine, Ludovic rimane attratto da alcuni film, tra i quali ce n'è uno, che cattura da subito la sua attenzione: una vecchia bobina contenuta in una scatola nera, senza alcuna etichetta. Dalle dimensioni si tratta di un cortometraggio di massimo venti minuti di proiezione. I film anonimi hanno da sempre per lui un qualche cosa di affascinante e misterioso. Per questo motivo decide di acquistarla insieme ad altre nove pellicole.




Sono quasi le tre del mattino. Ludovic decide di concludere la sua seduta di proiezioni con la visione di quel film sconosciuto: l'anonima pellicola a composta da 50 immagini, una vera rarità, se si conta che di norma la bobina si sviluppa con un flusso d'immagini pari a 24 fotogrammi al secondo...
Lo schermo si fa scuro, senza nessun titolo di testa. Poi nell'angolo superiore destro appare un cerchio bianco. Ludovic pensa a un difetto di pellicola... poi il film comincia e...

Qualche istante più tardi, dall'altra parte della città, Lucie viene svegliata di soprassalto dallo squillo del telefono.




-"Pronto? Chi è?"
"E' lei piuttosto che dovrebbe dirmi chi è. Ha visto che ore sono?"

"Ludovic, sono Ludovic Sénéchal... sei... sei Lucie?"
"Ludovic? Che cosa succede?"

"Non so cos'è successo. Ero nel cinema... Lucie , non vedo più!

Credo di... di essere diventato cieco."-


A duecento chilometri da Lille, il commissario Franck Sharko, dell'Ufficio Centrale per la Repressione delle Violenze contro le Persone -OCRVP- sta discutendo col suo capo di un caso molto singolare: in un paesino tra Le Havre e Rouen, Notre Dame de Gravenchon, sono stati disseppelliti in un cantiere, cinque cadaveri col cranio segato. Sharko viene mandato sul posto; il suo compito è quello di raccogliere informazioni e tracciare un profilo del possibile killer: nonostante siano passati anni dall'ultima volta che l'uomo ha lavorato "sul campo", resta comunque uno dei migliori profiler di Parigi e per lui questa può essere anche una buona occasione per rimettersi in gioco e affrontare i fantasmi che da tempo tormentano la sua esistenza di secorbutico e solitario poliziotto.


Lille e Parigi... lo strano caso di una pellicola "maledetta" e il mistero che si cela dietro quelle immagini incomprensibili, e il ritrovamento dei cinque cadaveri dal cranio tagliato, senza mani e senza occhi.




Quale assurdo collegamento può esserci tra due episodi così isolati e diversi tra loro? E se all'improvviso spuntasse dal nulla un vecchio caso di omicidi seriali avvenuti sedici anni prima al Cairo che sembra appartenere allo stesso modus operandi del serial killer francese?


Il destino vorrà che la bella poliziottia Lucie Henebelle, madre single assorbita dal lavoro e il nevrotico commissario Franck Sharko si ritrovino a lavorare insieme per cercare di risolvere un caso che oltre alle apparenze, nasconde qualcosa che va al di là dell'umana comprensione...


-Porse a Lucie il suo biglietto da visita.
Lei fece lo stesso,
il commissario lo mise in tasca,
finì la birra e si alzò.

Lucie guardò il biglietto da visita, lo girò:
era completamente bianco.

"Ma..."
"Quando si trova qualcuno una volta, lo si ritrova sempre.

Mi tenga al corrente."

Lasciò l'importo esatto delle consumazioni sul tavolino e le tese la mano.
Lei la strinse, ancora un pò sorpresa.

"Arrivederci, commissario..."

"Tutti mi chiamano Shark, non commissario."
"Mi scusi, ma..."

"Ma lei non ci riuscirà, lo so.
E allora continui pure a chiamarmi commissario. Per il momento."
Sorrise, ma Lucie percepì qualcosa di profondamente triste nei suoi occhi scuri.
Poi l'uomo si girò e s'incamminò verso l'ingresso della stazione. (...)

Solo... era l'unica parola che restava a Lucie dopo quell'incontro.

Un uomo solo, terribilmente solo.

E ferito. Come lei.-




Il mio commento

Franck Thiller, definito non a caso "la penna più nera di Francia", ci propone un thriller che va al di là dei soliti schemi. Una mente brillante dallo stile pulito e scorrevole, capace di creare una continua suspance pagina dopo pagina, strutturando -con vera maestria- un'aspettattiva crescente nel lettore, che non può non rimanere affascinato dai piccoli, impalpabili indizi che l'autore dissemina saggiamente lungo la storia, dettagli importanti che andranno a creare a fine libro, un puzzle perfetto. Una trama ricca di sfaccettature, che appassiona e cattura. I personaggi, complessi e ben strutturati si fanno amare sin dalla loro prima apparizione, soprattutto il personaggio di Sharko, che dietro un'apparente corazza d'acciaio nasconde un'animo fragile e sempre pronto a cadere oltre il baratro dell'abisso più nero e profondo. La storia appassionerà gli amanti del genere e visto il finale piuttosto "aperto" non si può di certo escludere che i nostri protagonisti preferiti, guidati dalla abile e brillante penna di Thilliez, tornino presto ad allietarci con un nuovo caso che questa volta sarà sicuramente molto più intimo e personale del precedente...

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