giovedì 2 giugno 2011

Recensione "Il Codice Atlantide" di Charles Brokaw





Un’avventura mozzafiato, ricca di suspense e di azione.”

-Publishers Weekly -


Quando il professor Thomas Lourds, linguista di fama mondiale e appassionato di archeologia, si reca ad Alessandria per girare un documentario televisivo, non sa che proprio in quella città esotica e affascinante, ricca di storia e mistero, sta per iniziare l’avventura più incredibile della sua vita. Tra i reperti archeologici che gli vengono presentati, infatti, ve n’è uno che cattura immediatamente la sua attenzione: un’antichissima campana su cui è inciso un testo in una lingua sconosciuta, che nessuno, nemmeno lui, è in grado di tradurre.


"La campana di ceramica incuriosì Lourds: ciò che la distingueva dagli altri manufatti era l’iscrizione cesellata tutt’intorno. Ma lui non riusciva a decifrarla. Perché non aveva mai visto niente del genere in tutta la sua vita..."



Ma lo stupore del professore e di Leslie, affascinante e cinica reporter televisiva responsabile del documentario, ha breve durata: una squadra di uomini armati fino ai denti irrompe negli studi televisivi, portando via con sé la campana e lasciandosi alle spalle una scia di sangue.

Nel frattempo, in Russia, l’archeologa Julija Hapaeva è alle prese con un ritrovamento straordinario: un cembalo preistorico coperto da iscrizioni indecifrabili.



Quella sera stessa, mentre si trova ancora all’università intenta a studiare lo strano reperto, viene uccisa da uno spietato killer. Prima di morire però, consapevole del valore della scoperta appena fatta e del pericolo in cui si trovava la sua vita, Julija è riuscita a lasciare un messaggio al suo amico Thomas Lourds, informandolo dell’esistenza del Cembalo. Ci penserà Natasa, la bellissima e temibile sorella di Julija, poliziotta sotto copertura al servizio del governo russo, a vendicare l’orribile morte dell’archeologa. Conosciutisi per caso, Lourds, Leslie e Natasa inizieranno un rocambolesco viaggio alla ricerca della verità che li porterà in giro per il mondo, dalla Germania alla Francia, dal Senegal alla Nigeria, perennemente braccati da una temibile banda di assassini prezzolati decisi a tutto pur di ammazzarli.







Chi si nasconde dietro di loro?
E cosa c’entra con gli strumenti ritrovati il mito di Atlantide,
la leggendaria città sprofondata nell’oceano e perduta per sempre?

La sua sfolgorante civiltà negli anni ha alimentato miti e leggende…



"Torri merlate color acquamarina si ergevano

dal verde scuro e dall’ambra delle case e degli edifici di vetro.
Lampioni gialli illuminavano viuzze che
si diramavano per tutta la città a cerchi concentrici.
Quei dettagli bastavano a identificare la città come Atlantide.
Intorno a essa, il mare splendeva di un azzurro scintillante."





Un mistero ancor più ambiguo e sconcertante, con cui Lourds e i suoi amici dovranno fare presto i conti, è il ruolo della Chiesa in questa faccenda.
A Città del Vaticano, il cardinale Stefano Murani è ossessionato dalla perdita di potere dell’istituzione ecclesiastica, dalla decadenza storica e morale degli ultimi decenni.
Dopo anni di studi, l’uomo ha scoperto che cinque strumenti musicali costituiscono la chiave per entrare in possesso di un antico, terribile segreto che potrebbe far rinascere il mondo… o distruggerlo per sempre. Ed è ben deciso a entrarne in possesso. Nel frattempo, a Cadice, in Spagna, una spedizione archeologica finanziata dal Vaticano porta alla luce una città sommersa...






Il commento di Rossella

"Il Codice Atlantide" è un romanzo d’avventura, ben scritto e ben ritmato, ricco di colpi di scena che tengono il lettore incollato alle pagine. È proprio questo, infatti, il pregio maggiore di questo libro. Tirare il fiato è pressoché impossibile: gli inseguimenti serrati, le sparatorie e i cambi di scena si susseguono così rapidamente che gli amanti dell’azione non possono che esserne soddisfatti. Tuttavia questa caratteristica può costituire allo stesso tempo anche un limite del romanzo. Nell’evidente tentativo di mettere in scena un’opera degna del miglior Dan Brown o Ken Follet, Charles Brokaw commette l’errore di “mettere troppa carne al fuoco”. Questo, se da una parte gli permette di tenere viva l’attenzione del lettore, dall’altra fa sì che molti passaggi, anche importanti, siano decisamente approssimativi, poco approfonditi. Il rischio sta nel fatto che chi legge si “perda” nella narrazione, trovandosi costretto a riprendere pagine precedenti nel tentativo di recuperare o capire motivazioni e dettagli fondamentali, che a una prima lettura sfuggono. Al di là di questo, si tratta comunque di un buon libro che non potrà non piacere ai lettori appassionati di avventura. Le scene d’azione sono estremamente dettagliate e veritiere, i personaggi mai banali, tutti caratterizzati da personalità forti e sicure di sé. A tal proposito non si può non menzionare il triangolo amoroso Leslie-Lourds-Natasa, un trio insolito e imprevedibile, che certo non fa sognare a occhi aperti – saranno deluse le fan del romance! – ma mette in scena in maniera realistica i rapporti umani tra uomini e donne, la sete di amore e di vendetta, la rivalità femminile e la difficile convivenza tra sentimenti e carriera.

Merita una menzione speciale anche la caratterizzazione dei “cattivi”, molto convincente e ben strutturata, e la notevole fantasia dell’autore, che ha saputo sfruttare luoghi comuni tradizionali –i poteri occulti della Chiesa e l’inflazionato mito di Atlantide– in maniera completamente nuova, reinventandoli. A completare il tutto, l'autore ha saputo giocare anche con quel pizzico di umorismo che rende gradevole qualsiasi narrazione.

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