venerdì 27 maggio 2011

Recensione "Il vampiro di New York" di Lee Hunt






1863: La nave a vapore di Sua maestà Anglo-Saxon, avvolta da una nebbia densa, sta battendo il promontorio di Cape Race -Terranova- quando si schianta contro una scogliera. A bordo il conte Vladislao Draculia.


Alto e pallido, con lunghi capelli scuri che incorniciavano un viso asciutto
e zigomi alti tipicamente slavi.
Aveva un naso aquilino con le narici che si aprivano leggermente sulle labbra carnose.
Gli occhi avevano un’inquietante sfumatura verde giada…

un tempo principe di Valacchia, oggi uomo in fuga dalla giustizia inglese,
ricercato per un crimine che non aveva commesso:
il brutale omicidio del celebre filosofo e naturalista Abraham Van Helsing”





Scampato miracolosamente al naufragio, il misterioso uomo raggiunge la città di New York e vi si stabilisce sotto le mentite spoglie di Enoch Bale. Di lì a poco anche la giovane Echo Van Elsing raggiunge la città. Già da tempo è sulle tracce di quello che ritiene essere l’assassino di suo padre e, con l’aiuto dell’eccentrica investigatrice Kate Warne, è determinata a scovarlo.


New York, ai giorni nostri: l’archeologa Carrie Norton è impegnata nell’analisi preliminare di un sito su cui deve essere edificato un palazzo di otto piani su commissione della Lincoln Corporation, quando viene rinvenuto il cadavere di un uomo morto centocinquanta anni prima. Indossa una divisa della marina riconducibile all’epoca della Guerra Civile, ha una pallottola nella nuca, la gola tagliata e le labbra cucite con uno spago. Elementi che suggeriscono l’ipotesi di un omicidio, ma non è tutto. Numerosi indizi, infatti, ricollegano quel crimine lontano nel tempo ad altri efferati delitti verificatisi di recente nella Grande Mela. Ben presto, la donna sarà affiancata dal detective Max Slattery per far luce sulla vicenda.

Due misteri all’apparenza scollegati e distanti nei secoli, pian piano, finiscono per intrecciarsi rivelando una verità agghiacciante quanto fuori dall’ordinario.

C’è un luogo nel mondo degli uomini in cui la logica scompare e inizia la follia”.

Si delineano così due trame oscure in cui passato e presente si incontrano riattualizzando la leggenda dell’indimenticabile Conte Dracula.




Il commento di Miriam


Il mito dei vampiri, da lungo tempo ormai, occupa un ruolo privilegiato nel nostro immaginario e nella letteratura che, a partire dal successo dell’intramontabile romanzo di Bram Stoker, ha seguitato e ripercorrerlo. Il romanzo di Lee Hunt è riconducibile a questo filone ma, discostandosi da alcune riscritture che negli ultimi anni hanno snaturato l’archetipo, ce lo ripropone nella sua veste originaria.

Il Vampiro di New York è proprio lo stesso conte della Transilvania noto a tutti con il nome di “Dracula”. Un essere ammaliante e perverso, crudele e assetato di sangue. Un personaggio che sicuramente ha tutte le carte in regola per far breccia nel cuore dei nostalgici e soddisfare le aspettative di quanti non hanno apprezzato certe rielaborazioni sdolcinate dell’ultima moda.

La trama complessa e ben strutturata riesce a stuzzicare la curiosità del lettore sin dal prologo e a ravvivarla in un crescendo che lo accompagna fino all’epilogo. L'autrice ci propone un’alternanza tra due piani temporali diversi, così, di volta in volta, ci ritroviamo immersi in atmosfere tipicamente ottocentesche per poi essere catapultati nel caos della New York odierna. Due affreschi che ci forniscono diverse versioni di una città dall’innegabile fascino, un impianto scenografico vivo, sul cui sfondo si muovono personaggi variegati e accattivanti.

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